Social Network e Web
Il web, strumento prezioso che ci viene in aiuto quando non ricordiamo una data, un significato, quando dobbiamo cercare idee o magari un lavoro. Per molti web significa principalmente social network, quasi azzerando le sue molteplici potenzialità. La massiccia presenza nei social e la dipendenza che ne è nata, ha cambiato notevolmente le abitudini e la vita della maggior parte di noi. Basti vedere come business e politica, consapevoli del valore mediatico raggiunto dai social, usino questi canali per comunicare con la gente.
Chiunque oggi abbia uno smartphone è perennemente connesso. Per giovani e meno giovani, essere sui social network sembra il mezzo per rendere tangibile la propria esistenza. I social da un lato abbattono muri generazionali, dall’altro purtroppo danno spazio a cattivo gusto e scarso buon senso, arginabili forse da criteri e regole più appropriate, non ancora formulate.
A volte penso che Umberto Eco avesse ragione quando affermava: “internet ha dato voce a una legione di imbecilli” riferendosi in primis al ruolo che dovrebbero avere giornali e giornalisti, nel verificare le informazioni. Questa sua affermazione è però, ben applicabile anche a quanto viene pubblicato sui social media, che spesso risponde a fatica a criteri etici e di semplice “buon senso”. Come diceva Eco “chi parlava a sproposito al bar veniva messo a tacere”, sui social purtroppo la logica è un’altra: dire qualcosa, giusto o sbagliato, permette, ahimè, di esistere.
E’ pur vero che grazie a social, app e web, molte persone si sentono meno sole, commentano o interagiscono superando le loro paure, schermate da un display. Alcuni trovano il coraggio di dire o fare cose che nella realtà probabilmente eviterebbero. Ma stiamo parlando di un mondo virtuale, pericolosamente illusorio.
Le medaglie hanno sempre due facce, e se da un lato social network, app e web hanno molteplici aspetti positivi, dall’altro a mio avviso, spesso rendono la comunicazione virtuale una distorsione della realtà.
Non a caso il professor Vittorino Andreoli, noto psichiatra e scrittore, vede i social media come una compensazione per chi ha una percezione disfunzionale della realtà, con difficoltà a distinguere il virtuale dal reale. A suo dire “i social sono un bisogno di esistere perché siamo morti”. Parole forti che però delineano un problema sociale, fatto di solitudine e isolamento.
“No social” Il valore della presenza
Ammetto che a volte mi sento “antica” se penso come la tecnologia abbia cambiato la nostra vita, nel bene e nel male, e provo nostalgia di quella fatta di persone, valori e contatti. L’attesa di una lettera, la sorpresa di un biglietto d’auguri, la gioia di una telefonata, una chiacchierata vera: sembrano cose d’altri tempi eppure succedeva fino all’altro ieri.
Grazie a internet, app e tecnologie innovative, possiamo restare in contatto con amici e famigliari lontani, vederli in tempo reale e condividere con loro ogni cosa immortalata in una foto o in un video. Questo sicuramente aiuta, ma la presenza è un’altra cosa e pensare che queste pillole virtuali possano sostituirla, mi sembra al quanto azzardato.
Per questo guardo con interesse e gioia quanto si sta evidenziando in questi anni come il ritorno alla natura, uno stile di vita più semplice e naturale, la riscoperta di se stessi, la socializzazione “reale”. Sembra che l’aspetto umano rivendichi il suo valore e il suo spazio, nel tentativo di lasciare alla tecnologia il ruolo di strumento.
Per me essere presenti significa innanzi tutto, essere allineati con la propria anima. In ascolto di noi stessi e di chi ci circonda. Non è casuale che da anni sempre più persone si avvicinino a discipline olistiche e a percorsi di crescita personale. Meditazione e yoga spesso sono preferiti a training sfrenati nelle palestre. Immersi quotidianamente nel frastuono, abbiamo bisogno di silenzio, di calma, di staccare per ritrovarci in una dimensione più umana e meno tecnologica.
Credo che un uso più consapevole del web e dei social network sia l’indirizzo da seguire. Gli strumenti digitali, devono essere usati in quanto tali, cogliendone tutti i vantaggi, senza volersi sostituire alla vita reale.
Afferma la tua esistenza con la tua presenza
Ricorda che esisti a prescindere dal tuo profilo sui social, perché interagisci con le persone. Del resto la vita è fatta di relazioni “reali”: con il buongiorno al fornaio, le due chiacchere con chi ti prepara il caffè al bar, la carezza a tuo figlio, lo sguardo amorevole a tua madre, la tua presenza a fianco di un amico. Gli esempi sono molteplici, ma perchè ciò avvenga serve la tua presenza fisica e mentale.
Se sei continuamente distratto dalle notifiche di social network e app, pensa che al lavoro questo ti fa diventare meno produttivo ed efficiente, mentre nella vita sociale ti rende assente. Così facendo togli valore a te stesso e agli altri.
Comincia ad usare anche tu la tecnologia in modo più consapevole.
Concediti del tempo da dedicare a te stesso, alla tua famiglia, agli amici, alle tue passioni. Inizia a modificare le tue abitudini condividendole con i tuoi amici, affinché diventino sfida e al tempo stesso patrimonio comune. Sarai sorpreso dell’impatto che può avere nella tua vita un simile cambiamento.
Se vuoi qualche spunto il web è un prezioso strumento formativo e informativo: usalo! Trovi molteplici proposte per favorire la crescita personale, migliorare la comunicazione con gli altri o per avere un rapporto più efficace con i tuoi supporti digitali.
Ad esempio: tacitare le notifiche di social e app, controllare e rispondere alle email solo in orari stabiliti, sono alcuni consigli che Tim Ferriss indica per rendere le giornate più produttive e trovarti con tempo libero da dedicare a te stesso o a ciò che desideri.
Da valore a te stesso e a chi ti circonda.
Pensi anche tu sia possibile usare la tecnologia, senza esserne dipendendenti?
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