Il femminicidio ormai fa solo notizia e come una meteora poi si disintegra nell’indifferenza.
Anche oggi è stata trovata una donna uccisa, quasi sicuramente dal proprio compagno. Ci indignamo nell’ascoltare il fatto, ma un momento dopo la nostra mente è già altrove.
Io mi metto in cima alla lista di coloro che fino a ieri non si sono chiesti cosa sia il femminicidio e perché questo fenomeno stia crescendo in modo così preoccupante.
All’inizio di giugno però, ho visto per caso il passaggio in TV del concerto a Londra “Sound of Change Live”. Subito l’ho colto solo come un evento musicale come tanti, seppur a favore di una causa importante come i diritti delle donne. Poi, qualcosa è scattato nella mia mente. Negli stessi giorni si parlava della ratifica della Convenzione d’Istanbul (Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica), come tutti sapessero cosa fosse.
Così per curiosità e voglia di saperne di più, mi sono messa su internet e… mi si è aperto un mondo.
Già, un mondo dove nonostante la tecnologia renda raggiungibile ogni angolo della terra, facendo viaggiare le informazioni a una velocità incredibile, le donne continuano ad essere umiliate, offese, violate e uccise per la sola ragione di essere donne.
Una violenza e una discriminazione trasversale, che come ha definito nel suo libro Diana Russel, riguarda donne di qualsiasi età, etnia, livello sociale e culturale.
Nel ’92 la criminologa statunitense ha parlato per la prima volta di femminicidio, affermando che “…la colpa delle donne è quella di aver trasgredito al ruolo ideale imposto dalla tradizione, di essersi prese la libertà di decidere cosa fare delle proprie vite, di essersi sottratte al potere e al controllo del proprio padre, partner, compagno, amante …. e per la loro autodeterminazione, sono state punite con la morte.”
Si parla quindi di “violenza di genere” che sfocia nel femminicidio, ma che interessa anche i minori. Secondo Save the Children, in Italia sono almeno 400.000 le vittime silenziose che soffrono della violenza assistita di genere, cioè di violenze, maltrattamenti fisici, psicologici, economici sulle madri per lo più da mariti e partner, all’interno delle mura domestiche.
Credo tutto questo meriti una riflessione da parte di ognuno.
Gli uomini che generano violenza sono stati cresciuti da donne, pertanto la possibilità di cambiare questa situazione è veramente nelle mani delle donne.
Siamo forti, brave, intelligenti, se vogliamo cambiare il mondo e renderlo migliore cominciamo a cambiare la nostra testa. Scrolliamoci di dosso i condizionamenti in cui siamo cresciute. Rendiamoci consapevoli del nostro valore e del nostro potere, ma anche della responsabilità che abbiamo nel crescere le generazioni future.
Con il coraggio e la nostra determinazione possiamo fare la differenza!